Brano: [...]alle formule latine così fortemente presenti nella coscienza dei cattolici. In ogni caso, egli sa lasciarvi l'impronta della sua personalità, molto più vigorosa di quanto non l'abbia descritta la tradizione romantica e quella dei suoi 16 anni.
CFRANZ SCHUBERT
LATO/SIDE A
Mesa N.2 in Sol Maggiore. Op.l 3, D.I67 per solisti, coro e orchestra
1. KYRIE 3.30
2. GLORIA 226
3. CREDO 5j07
4. SANCTUS 1j06
5. BENEDICTUS 4.05
6. AGNUS DEI 5X
Emilia Maksimova, soprano; Christo Kamenov, tenore; Ivan Dobrev, basso
Coro “Rodina" di Ruse, Vassil Arnaoudov, direttore Gruppo strumentai Solisti di Sofia; Vassil Kazandjiev, direttore
LATO/SIDE B
Messa N.3 in SiBemolle Maggiore. Op.l3, D.324 per solisti, coro e orchestra
1. KYRIE 4.28
2. GLORIA 757
3. CREDO 458
4. SANCTUS 1.29
5. BENEDICTUS 3.42
6. AGNUS DEI 4.58
R. Betcheva, soprano; Reni Petchova, mezzosoprano; Naiden Borodniev, tenore; Pavel Gherdjikov, basso
Coro “Rodna Pessen”, Stoyan Kralev. direttore Gruppo Strumentale Solisti di Sofia. Vassil Kazandjiev. direttore
QUESTO DISCO E' REPERIBILE ANCHE IN MUSICASSETTA VM 342
Distribuzione EDITORIALE SCIASCIA sjj. Via G.Brodolini — 20069 ROZZANO (Milano) Tal. 825.80.41742/43/44
La Messa n.2 in Sol Maggiore, Op. 13, D. 167 è scritta per soprano, tenore, basso, coro misto ed orchestra. Comincia su un Kyrie lirico e narrativo dove, se la gioia non è veramente presente, Si manifesta u[...]
[...]trascinano con forza, ma anche con grazia, il coro, prima dell'ampio Credo centrale, dal ritmo molto andante, dallo sviluppo molto fluido che porta traccia dell'antica tecnica dei responsori. Il Sanctus è nuovamente molto energico, VHosanna libera i cori in fugato. Sopravviene allora il Benedictus, in 3/4, pieno di fascino, nel gusto di qualche cavatina, riservato ai tre solisti principali. L'H osanna finale riprende l'energia del precedente. L''Agnus Dei si libra su un’introduzione strumentale molto vicina per stile alla musica da camera, poi guadagna, con gli interventi dei solisti soprano e basso una tensione drammatica tenue e piena di grazia, mentre I Mise re re nobis sono riservati al coro, melanconici ma anche maestosi. Schubert compose gli a solo di soprano del Benedictus e de\\’Agnus Dei per Teresa Grob e seppe trasfondervi il suo amore di adolescente.
La Messa n.3, in Si Bemolle Maggiore, Op. 13,
D.324 è scritta per soprano, mezzo soprano, tenore, basso, coro misto ed orchestra e porta la data dello stesso anno 1815 della precedente. Il suo Kyrie crea un ambiente virile e chiaro dal coro d'apertura con i suoi contrappunti, alla maniera di Haydn, di fiati e di timpani; atmosfera che prosegue nell'aria del soprano, e nella potenza della terza invocazione accentuata dalla tromba» al di sopra dei cori. Il Gloria è più brillante ancora, energico, con un'interessante gradaz[...]
[...]tesso anno 1815 della precedente. Il suo Kyrie crea un ambiente virile e chiaro dal coro d'apertura con i suoi contrappunti, alla maniera di Haydn, di fiati e di timpani; atmosfera che prosegue nell'aria del soprano, e nella potenza della terza invocazione accentuata dalla tromba» al di sopra dei cori. Il Gloria è più brillante ancora, energico, con un'interessante gradazione interna nella parte centrale, tutta lirica, a partire dal Domine Deus, Agnus Dei. Il Credo contiene un andante pressoché marziale contrastante con i passaggi espressivi più lirici: Descendit de coelis, o ancora Et incarnatus est è per il basso, con una tensione che si risolve con l’entrata del soprano e del tenore. Il Sanctus è più narrativo, di una sincerità più delicata, e il Benedictus testimonia una fluidità di sviluppo tutta mozartiana. La musica vi acquista gradualmente la sua forza, ma senza cadere nella drammaticità. L’Agnus Dei è più riflessivo ancora, e l’alternanza solistacoro ricorda nuovamente le formule compositive antiche della musica liturgica. Il moviment[...]
[...]l Credo contiene un andante pressoché marziale contrastante con i passaggi espressivi più lirici: Descendit de coelis, o ancora Et incarnatus est è per il basso, con una tensione che si risolve con l’entrata del soprano e del tenore. Il Sanctus è più narrativo, di una sincerità più delicata, e il Benedictus testimonia una fluidità di sviluppo tutta mozartiana. La musica vi acquista gradualmente la sua forza, ma senza cadere nella drammaticità. L’Agnus Dei è più riflessivo ancora, e l’alternanza solistacoro ricorda nuovamente le formule compositive antiche della musica liturgica. Il movimento finale della Messa è elevato, leggero: il Dona nobis pacem ha tutta la grazia e lo slancio di un ritornello. Affermazione di forza vitale e di grazia, questa Messa giovanile non fa dimenticare i lieder contemporanei A Mignon o Erlkònig, ma dà la possibilità di misurare l’estensione delle possibilità del giovane genio che già era Schubert.
STEFAN LAZAROV
i
OUB/IUI000C oitbDiU tq} <d0j6